Nell’arco dello scorso anno le autorità azere avevano intensificato le uccisioni di cani randagi,
soprattutto in vista del contest canoro Eurovision 2012 che si è
tenuto nella capitale Baku. Nonostante i riflettori sull’evento siano
oramai spenti da tempo, nelle strade del paese i cani continuano a
morire sotto i colpi di fucile dei dog-catchers.
Un canale televisivo della città di Shaki, nel nord dell’Azerbaijan, ha diffuso un filmato shock
che mostra come avvengono le cruente uccisioni di cani randagi. Le
immagini mostrano gli addetti del Dipartimento per la lotta contro i
cani randagi durante uno dei loro raid notturni, mentre sparano a tutti
i cani che incontrano nelle strade, trascinandoli e gettandoli poi sul
camion dove sono ammassate tutte le carcasse. Naturalmente ogni
cacciatore ricevono un compenso in denaro per ogni cane ucciso.
Nel 2007, l’Azerbaijan ha firmato e
ratificato la Convenzione Europea per la protezione degli animali da
compagnia che prevede di adottare misure che non causino dolore o
sofferenza agli animali, al fine di risolvere il randagismo, qualora
questo rappresenti un problema. Il Comune quindi, attraverso le azioni
dei dog-catchers, vìola pesantemente le disposizioni dell’Unione
Europea.
Il video mostra inoltre l’intervista a un
direttore municipale di Shaki che afferma che i raid vengono condotti
per garantire la sicurezza dei cittadini e invita la popolazione a
contattarli in caso di “bisogno”, poiché saranno lieti di aiutarli.
L’autorità municipale esegue questi raid
tre giorni ogni settimana, arrivando a uccidere all’incirca 90-95
randagi al mese. Le carcasse vengono poi trasportare fuori città dove
vengono bruciate.
L’OIPA sta continuando a monitorare quanto
avviene nel paese e a fare pressione sulle autorità e sul governo
affinché le uccisioni e le brutalità compiute sui randagi vengano
sostituite da metodi di gestione del randagismo rispettosi della vita
ed efficaci dal punto di vista dell’effettiva riduzione del numero dei
randagi.
Clicca qui per firmare la petizione on line!
Fonte: OIPA
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