martedì 19 febbraio 2013

AZERBAIJAN: CONTINUA IL MASSACRO DI RANDAGI

Nell’arco dello scorso anno le autorità azere avevano intensificato le uccisioni di cani randagi, soprattutto in vista del contest canoro Eurovision 2012 che si è tenuto nella capitale Baku. Nonostante i riflettori sull’evento siano oramai spenti da tempo, nelle strade del paese i cani continuano a morire sotto i colpi di fucile dei dog-catchers.
Un canale televisivo della città di Shaki, nel nord dell’Azerbaijan, ha diffuso un filmato shock che mostra come avvengono le cruente uccisioni di cani randagi. Le immagini mostrano gli addetti del Dipartimento per la lotta contro i cani randagi durante uno dei loro raid notturni, mentre sparano a tutti i cani che incontrano nelle strade, trascinandoli e gettandoli poi sul camion dove sono ammassate tutte le carcasse. Naturalmente ogni cacciatore ricevono un compenso in denaro per ogni cane ucciso.

Nel 2007, l’Azerbaijan ha firmato e ratificato la Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia che prevede di adottare misure che non causino dolore o sofferenza agli animali, al fine di risolvere il randagismo, qualora questo rappresenti un problema. Il Comune quindi, attraverso le azioni dei dog-catchers, vìola pesantemente le disposizioni dell’Unione Europea.
Il video mostra inoltre l’intervista a un direttore municipale di Shaki che afferma che i raid vengono condotti per garantire la sicurezza dei cittadini e invita la popolazione a contattarli in caso di “bisogno”, poiché saranno lieti di aiutarli.
L’autorità municipale esegue questi raid tre giorni ogni settimana, arrivando a uccidere all’incirca 90-95 randagi al mese. Le carcasse vengono poi trasportare fuori città dove vengono bruciate.
L’OIPA sta continuando a monitorare quanto avviene nel paese e a fare pressione sulle autorità e sul governo affinché le uccisioni e le brutalità compiute sui randagi vengano sostituite da metodi di gestione del randagismo rispettosi della vita ed efficaci dal punto di vista dell’effettiva riduzione del numero dei randagi.

Clicca qui per firmare la petizione on line!

Fonte: OIPA

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