venerdì 29 aprile 2011

Il SINDACO E IL VICESINDACO DI ROCCHETTA VARA A SCUOLA DI BUON SENSO - di LAURA ROSSI - PRESIDENTE DELLA LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE




"La notizia che arriva da Rocchetta Vara di introdurre nelle scuole l'educazione alla caccia ci lascia allibiti – afferma Laura Rossi Presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane – anche una maggioranza di cacciatori non giustifica il richiamo ad una tradizione nemica della natura. Naturalmente ciascuno è libero di pensare che uccidere un essere vivente sia il modo di dimostragli affetto ed amore. In realtà si tratta di una iniziativa assurda e ineducativa, che non insegna il rispetto della natura ma piuttosto a sparare agli animali, e che metterebbe in pericolo l’incolumità dei bimbi.

La scuola deve insegnare l'educazione alla vita, al rispetto, alla non violenza. Il sindaco e il vicesindaco di Rocchetta Vara – conclude la Presidente della Lega Nazionale per la Difesa del cane – dovrebbero ragguagliarsi sulle tante possibilità, coinvolgenti ed educative che i bambini possono serenamente vivere in natura, certi del fatto che le troverebbero entusiasmanti e le preferirebbero di gran lunga alle armi e alla caccia .

La Lega Nazionale per la Difesa del Cane ringrazia gli insegnanti della scuola di Rocchetta Vara che, non permettendo il coinvolgimento della scuola stessa nella sconsiderata iniziativa “di introdurre nelle scuole l'educazione alla caccia”, hanno riconfermato l’importante funzione didattica dell’istituzione scolastica.


SE AMI LA NATURA NON ANDARE IN CAMPAGNA - di ROBERTO MARCHESINI


"Camminando per le campagne del profondo Nord dell'Italia si è pervasi dal desolante spettacolo di morte. Non ci sono più alberi per consentire agli uccelli la nidificazione, le stalle che pullulavano di rondini sono state trasformate in lager intensivi, i fossi lasciati nell'incuria non ospitano più le rane e i tritoni, nei pochi spazi erbosi sui cigli delle strade fiumi di chimica trasformano il verde di aprile in giallo d'agosto. Gli unici animali che trovi sono i fagiani e le lepri d'allevamento liberati dalle aziende venatorie, che come clandestini gettati in un mondo che non gli appartiene vagano qua e là aspettando la morte che puntuale arriverà con l'apertura della caccia. Intanto i coltivatori - mai termine fu usato più impropriamente - stuprano la terra con macchine pesanti che da una parte la compattano dall'altra ne spezzano lo strato umifero, per poi spargere ogni sorta di veleno distruggendo i delicati equilibri del mondo degli insetti. Se hai una casa in campagna paghi un prezzo altissimo perché tale disequilibrio lo subisci con torme di insetti fitofagi incontrollati. Non parliamo poi di quello che accade durante il periodo della caccia: ti pioveranno pallini in giardino e letteralmente i tuoi cari rischieranno la vita, sarai svegliato prima dell'alba dagli spari ogni fine settimana, i tuoi figli assisteranno a scene di morte davanti al cancello di casa. Se ami la natura ti conviene stare lontano dalla campagna! Ho respirato odore di baygon per cinque mesi a causa di un frutteto di fianco alla mia casa per poi constatare che la frutta - tanto amorevolmente difesa con pesticidi - è stata lasciata marcire per terra perché per ragioni di mercato non conveniva raccoglierla. In questi giorni apprendo che a Rocchetta di Vara (SP) ai bambini della scuola elementare si terranno lezioni di caccia "per insegnare come ci si difende dall'assedio degli animali". Se non fosse tragico farebbe sorridere: noi uomini siamo sotto assedio e gli assedianti sono - udite udite - niente di meno che gli animali. L'idea geniale è venuta al Vicesindaco Roberto Canata, non a caso presidente dell'ambito territoriale Caccia, con la benedizione del Sindaco Riccardo Barotti che sostiene "il nostro logan è: rispettiamo la natura". Questo stereotipo - gli ambientalisti ignoranti e irrazionali a differenza di coloro che vivono e rispettano la natura - a cui le diverse lobby di zootecnici e cacciatori lavorano da diversi anni va denunciato con forza. La caccia non solo è uccisione di animali ma è altresì gestione irrazionale e antiecologica del territorio. Sono stati loro infatti ad alterare le popolazioni animali, attraverso immissioni improprie, incroci di selvatici con domestici, distruzione dei predatori, alterazioni del contesto ambientale. Dimenticavo: attenzione a passeggiare in campagna col proprio cane perché "il loro rispetto per la natura" a volte è fatto di bocconi avvelenati. Ogni tipo di esca e veleni micidiali, lasciati per distruggere eventuali predatori che mettano a repentaglio la selvaggina instupidita che hanno liberato per l'orgia dell'apertura venatoria. Educare i bambini alla caccia, questa è la bella idea promossa dalla lista civica vicina al centrosinistra di Rocchetta di Vara: questo a farci comprendere che quando si tratta di ammazzare degli animali le differenze politiche sfumano. Del resto in questi anni ho assistito ad un ventaglio ampio di situazioni: classi elementari che venivano portate a vedere la macellazione del maiale, esercitazioni di dissezione di anfibi per ragazzi preadolescenti, spettacoli di predazione di topolini da parte di serpenti in terrario. Per non parlare dell'orrore delle "fattorie didattiche italiane", veri e propri zoo per animali domestici, con animali rinchiusi in gabbiette anguste e lasciate nel più profondo degrado. Questo dovrebbe essere l'insegnamento biocentrico per le nuove generazioni auspicato già alla fine degli anni Ottanta dalla circolare ministeriale 639/89! Nelle fattorie didattiche che non aderiscono a Carta Modena 2002 si può verificare il seguente percorso pedagogico: nella prima lezione si osserva il comportamento del maialino e nell'ultima lo si incontra nel panino. Negli ultimi vent'anni stiamo faticosamente portando avanti il progetto pedagogico della zooantropologia didattica - si veda il sito www.siua.it - che parte dalla valorizzazione delle alterità animali come referenze educative, ma devo constatate che c'è ancora molta strada da fare in questo paese che considera gli animali come dei nemici da cui ci si deve difendere."



Commento di Roberto Marchesini all'articolo apparso su: repubblica.it di Genova

mercoledì 27 aprile 2011

MARGHERITA HACK - ASTROFISICA



"Ritengo il collare elettrico uno strumento di tortura, per annientare la personalità del cane, e un'altra barbarie cui sono sottoposte molte razze, come il taglio delle orecchie e della coda"

venerdì 22 aprile 2011

ILARIA FERRI - DIRETTORE SCIENTIFICO E RESPONSABILE CAMPAGNE INTERNAZIONALI DELL'ENPA


CANI. CONTRO GLI ADDESTRAMENTI COERCITIVI E VIOLENTI L’ENPA SCHIERA ANGELA STOCKDALE
Si è svolto ieri a Roma, presso la sede dell’Enpav (Ente Nazionale Previdenza e Assistenza Veterinari) il seminario della celebre educatrice cinofila inglese Angela Stockdale, un incontro fortemente voluto dall’Enpa per dare un segnale forte contro i metodi di addestramento coercitivi e violenti. «L’iniziativa si è svolta in un momento particolarmente delicato del dibattito pubblico che, ancora una volta, ci ha visto prendere posizione contro l’uso e la vendita dei collari elettrici, veri e propri strumenti di tortura da bandire senza se e senza ma», spiega l’associazione animalista che aggiunge: «Angela Stockdale è la nostra risposta a Cesar Millan e colleghi, che usano tecniche di addestramento brutali, basate sulla sopraffazione dell’animale.» Angela Stockdale, che da anni collabora con la Protezione Animali, ha infatti messo a disposizione degli operatori Enpa la lunga esperienza maturata sul campo per offrire una nuova vita ai cani ex combattenti e agli esemplari più “difficili”. Il suo non è né un metodo né un protocollo, ma una vera e propria filosofia di approccio amichevole con i cani (e con altri animali) basata sull’interazione e sul rispetto dell’animale. «Alcune tecniche di addestramento – ha detto Angela Stockdale nel corso del suo lungo e appassionante seminario – sono non soltanto violente, ma anche pericolose e potenzialmente controproducenti, poiché rischiano di aggravare le condizioni dell’animale.» «L’aggressività è innata in ogni mammifero, uomo compreso. Fa parte dell’istinto primitivo, del nostro programma genetico primordiale. L’utilizzo di metodi aggressivi e crudeli di addestramento, come il collare elettrico, esaspera questo tipo di atteggiamento, creando animali disturbati e, a volte, inadatti ad inserirsi in un contesto sociale, umano e anche animale. Persone in malafede utilizzano gli animali per scopi illegali, sto pensando ai combattimenti o alle corse clandestine, e per questo hanno bisogno di piegare, non di addestrare, l’indole dell’animale, sottomettendolo fisicamente e psicologicamente – ha aggiunto l’onorevole Mancuso -. Entrare in empatia con l’essere senziente animale e instaurare con esso un rapporto di fiducia e collaborazione è il compito principale del vero allevatore e del sano addestratore, nel rispetto della natura e delle caratteristiche, non solo fisiche, dell’animale. L’Enpav è la casa di tutti i veterinari e di chi mette la propria esperienza e la propria cultura al servizio del mondo animale. Sono quindi lieto di ospitare questo incontro con una comportamentalista di fama internazionale, che credo aiuterà a divulgare un punto di vista innovativo e utile sulla questione dell’aggressività canina. Aprire il dialogo sulle problematiche animali, anche coinvolgendo persone non medico veterinarie, pur mantenendo chiari e separati i differenti ruoli professionali, può sempre essere occasione di fruttifero dibattito.» Nel corso del seminario, i numerosi partecipanti hanno scambiato opinioni con l’educatrice, interagendo con appassionato interesse. La convinzione dell’Enpa, che ringrazia l’onorevole Gianni Mancuso per avere messo a disposizione una sala dell’Enpav, è che questo metodo di approccio ai cani e alla gestione dei rifugi possa essere universalmente adottato, consentendo, inoltre, un deciso incremento del potenziale di adottabilità degli ospiti presenti. La vita di un cane, infatti, non può e non deve essere in un canile, ma in una famiglia che l’accolga e lo rispetti per tutta la vita. (20 aprile)



Di:ENPA - Ente Nazionale Protezione Animali

giovedì 21 aprile 2011

DICHIARAZIONE DI SVEVA SAGRAMOLA, CONDUTTRICE DI GEO&GEO, IN MERITO ALL'UTILIZZO DEL COLLARE ELETTRICO RILASCIATA ALLA SIUA


“La questione del possibile utilizzo del collare elettrico mi trova profondamente contraria. Ritengo che un sano rapporto uomo-cane si possa sviluppare solo impostando una relazione basata sulla fiducia, su una comunicazione interspecifica corretta, sull’autorevolezza del compagno umano. Diversamente un piano educativo impostato su metodi coercitivi, sulla sofferenza, sulla violenza rappresenta un fallimento per tutti”.

mercoledì 20 aprile 2011

COLLARE ELETTRICO: TRA MALTRATTAMENTO E IGNORANZA di Raffaella Cocco e Stefano Visco

... Sono fondamentalmente due le tappe che hanno concesso di giungere ad una definizione di Benessere Animale così come è inteso oggi:
• Il rapporto Brambell (1965)
• Il trattato di Amsterdam (1997)
Il Report of the Technical Committee to Enquire into the Welfare of Animals Kept Under Intensive Livestock Hgusbandry System, noto come “Rapporto Brambell”, dal nome dello Zoologo che ne era il responsabile, fu pubblicato nel 1965 in seguito ad un’ inchiesta governativa istituita dal governo della Gran Bretagna successivamente alla pubblicazione del libro di R.Harrison, Animal Machine (1964), nel quale si denunciavano le pessime condizioni di vita degli animali d’allevamento e che fece molto
scalpore nell’opinione pubblica.
Il rapporto Brambell ha il merito di essere uno dei primi documenti scientifici ufficiali riguardanti il Benessere Animale e di definire le “cinque Libertà” per la tutela del Benessere degli animali allevati, che
rappresentano ancora oggi dei punti da rispettare affinché sia assicurata agli animali una vita dignitosa.

Le “Cinque libertà” sono:
1. Libertà dalla fame e dalla sete, permettendo un libero accesso ad acqua fresca e pulita e somministrando un alimento adatto alla specie ed all’età dell’animale allevato in grado di garantire un buono stato di salute e di vigore fisico;
2. Libertà dal disagio, provvedendo con ambienti adatti forniti di adeguate strutture di ricovero e spazi per il riposo;
3. Libertà dal dolore,da stimoli dannosi e da malattie, tramite l’apporto di idonei sistemi di prevenzione e di rapida diagnosi e cura degli stati morbosi;
4. Libertà di espressione del normale comportamento, fornendo all’animale sufficiente spazio in modo tale da assicurare una vita sociale propria della specie allevata;
5. Libertà dalla paura e da fattori stressanti, assicurando condizioni e cure che evitino sofferenze psichiche.

Questi concetti furono concepiti per gli animali “da reddito”, ma appare ovvio come conservino la loro validità anche se riferite agli animali “da affezione”.
L’ uso del collare elettrico va contro gli ultimi tre principi enunciati da Brambell: difatti il cane a cui viene applicato tale strumento è incapace di sottrarsi allo stimolo doloroso ed è imprigionato in una situazione stressante che alla lunga ne impedisce una normale espressione del
comportamento...

Per leggere l'intero documento clicca QUI

ESEMPI DI MALTRATTAMENTO ANIMALE

E' un video molto forte, tratto dal sito web vegetarian-i.com, ma riteniamo opportuna la visualizzazione da parte di tutti per comprendere appieno il problema.


Visita il sito vegetarian-i.com

Dichiarazione Laura Rossi – Presidente Lega Nazionale per la Difesa del Cane

Laura Rossi, Presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, interviene sulla questione "ENCI - COLLARE ELETTRICO" rilasciando la seguente dichiarazione:

"In merito alle affermazioni rassegnate dal Presidente dell’ENCI nel corso dell’audizione presso la Commissione Affari Sociali della Camera che ha proposto di istituire corsi per il giusto utilizzo dello strumento posso solo affermare: Il collare elettrico se lo mettano gli allevatori! E meno male che son cinofili.


A fronte della contrarietà di tutto il mondo scientifico stupiscono certe affermazioni che riportano a metodi di addestramento crudeli e completamente superati. Il mondo animalista cerca di adeguarsi alle nuove sfide e plaude ad ogni passo in avanti mentre c’è chi approfitta di ogni occasione per cercare di tornare indietro anche laddove viene richiesto un contributo migliorativo come nel caso della commissione alla Camera. Si è appena concluso il processo nei confronti dell’ex veterinario ed allevatore Guberti con la condanna di quest’ultimo e dei suoi metodi di allevamento, di selezione “naturale” rispetto ai quali la parte migliore del mondo dell’allevatori si è dissociata. Il mondo si evolve. Di questo devono prendere atto anche gli allevatori che rimpiangono vecchi metodi ormai superati."


Non possiamo fare altro che essere in pieno accordo con quanto dichiarato da Laura Rossi.

PETIZIONE ONLINE CESN-SETTORE CINOFILIA

A SEGUIRE UN MESSAGGIO DEL PRESIDENTE PROVINCIALE - RESPONSABILE NAZIONALE CSEN SETTORE CINOFILIA, LUISELLA VITALI:


Buongiorno,
è iniziata la raccolta delle firme on line.
Preghiamo la massima diffusione e la massima partecipazione.
Ci siamo posti l’obbiettivo di raccogliere 500.000 firme ma ci auguriamo di
raccoglierne molte di più grazie all’aiuto di tutti voi!
È arrivato il momento di AGIRE!
Grazie
Luisella Vitali


Diffondete quanto più potete.

FIRMA LA PETIZIONE ONLINE CLICCANDO QUI

AGGIORNAMENTO ENPA: NO A COLLARE ELETTRICO SENZA ECCEZIONI

Roma, 19 apr – L’Enpa ribadisce la propria totale contrarietà all’uso, al possesso e alla detenzione del collare elettrico. In questo concorda con quanto stabilito dalla Ordinanza nel merito del Ministero della Salute e con l’orientamento espresso dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati che in tal senso sta formulando modifiche alla legge 281/1991, legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo Il fatto che l’Enci, che a parole si dichiara contrario all’uso del collare elettrico, nei fatti continui a chiedere un tavolo per pervenire allo stesso risultato – il divieto per l’appunto di uso del collare elettrico – rende tale richiesta ambigua e irricevibile. Se infatti c’è contrarietà per un argomento – uso possesso, detenzione del collare elettrico - , è sin troppo evidente l’inutilità di chiedere un tavolo di confronto per raggiungere lo stesso risultato. A meno che l’obiettivo non sia, piuttosto che l’abolizione del collare elettrico, proprio l’ottenimento dell’istituzione del tavolo. “La commissione parlamentare – spiega Carla Rocchi - è la sede a cui far giungere le proprie richieste”. L’Enci è libero di formulare qualunque tipo di richiesta. Liberi tutti gli altri di esprimere valutazioni anche, come nel caso, fortemente negative.

Leggi l'articolo su: AGENPARL.IT

ENPA: NO A COLLARI ELETTRICI. ENCI RITIRI PROPOSTA

(ASCA) - Roma, 18 apr - L'Ente Nazionale della Cinofilia italiana, ritiri ''la proposta avanzata nel corso dell'audizione presso la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, durante la quale ha rilanciato sull'uso del collare elettrico, prospettando l'organizzazione di corsi di formazione dedicati al presunto quanto pretestuoso 'giusto' utilizzo del dispositivo''. A chiederlo e' l'Ente Nazionale Protezione Animali.

L'Enpa ''plaude invece ai parlamentari della Commissione Affari Sociali, che, nella proposta di legge alle modifiche della legge 281/1991 in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo, attualmente in discussione, all'articolo 20 comma D hanno stabilito che 'allo scopo di garantire la tutela della salute, l'incolumita' pubblica ed il benessere degli animali, e' vietato detenere, cedere a qualsiasi titolo e utilizzare collari elettrici o altri strumenti atti a determinare scosse o impulsi elettrici'''.

Si tratta infatti, conclude l'Enpa, di ''dispositivi estremamente dannosi, il cui uso e' vietato non soltanto dalle normative internazionali ma anche dall'Italia che ha recentemente ratificato la Convenzione di Strasburgo sulla protezione degli animali da compagnia''.

Leggi l'articolo su: ASCA.IT