giovedì 28 marzo 2013

NUTRIE: simpatici roditori o calamità naturali?


Segnaliamo l'interessante incontro in programma a Treviso per il 5 aprile 2013!


Hotel Ca’ del Galletto
via S. Bona Vecchia, 30 – Treviso
venerdì 5 aprile 2013 ore 21
NUTRIE: simpatici roditori o calamità naturali?
Conferenza pubblica con:
Andrea Zanoni – Deputato al Parlamento Europeo e vicepresidente Intergruppo per il benessere degli animali
Massimo Vitturi – responsabile nazionale caccia e fauna LAV
Samuele Venturini – biologo e castorologo, esperto di Nutrie
Michele Pegorer – naturalista, responsabile Oasi LIPU di Ca’ Roman
Adriano Fragano – responsabile di Ca (Campagne per gli animali)
Paolo Pizzati – Del CPV (Coordinamento Protezionista Veneto)

Da: Campagneperglianimali.it

mercoledì 27 marzo 2013

Lettera aperta alla GIUNTA della Provincia di Siena, ai suoi funzionari e a tutti gli organi di stampa locali e nazionali


E’ appena terminata la stagione venatoria 2012-2013, con le sue 118 vittime che ancora insistiamo a chiamare “incidenti”, e veniamo a sapere che il 1 Aprile 2013 si apre una nuova stagione di caccia, la caccia “alla volpe in tana”, in deroga rispetto alle norme nazionali ed Europee che proteggono questo animale, in modo da prolungare il diletto dei cacciatori per qualche mese ancora, a spese di una specie inerme, che non può difendersi, per giunta nel pieno periodo riproduttivo e di svezzamento (e dunque in deroga anche al DD n 1201/2008 relativamente al periodo in cui eventualmente attuare cerca e aspetto notturno o diurno della volpe, che sarebbe limitato al periodo agosto-marzo).
Sappiamo che la caccia è legale, sappiamo che esistono norme che prevedono una deroga alla generale protezione e difesa della volpe che vige in tutta Europa, (addirittura l’Inghilterra si è rassegnata qualche anno fa a recepire questo divieto) e v’invitiamo a considerare come tutto questo accada a dispetto e nonostante l'80% degli italiani sia del tutto contrario a queste pratiche.
Fareste un gesto civile e popolare se ripensaste a questa scelta e impediste lo sterminio delle volpi in tana, un gesto redditizio anche dal punto di vista elettorale e comunque dal punto di vista del pubblico apprezzamento.
Avete visto quale tipo di mobilitazione si è avuta per gli animali oggetto di vivisezione di Greenhill. Anche la vivisezione è consentita dalla legge ma come la caccia è ormai obsoleta e invisa alla popolazione civile. Il cammino della civiltà continua il suo corso e nel suo progredire include sempre di più gli animali non umani tra i soggetti portatori di diritti. Saprete che l'art. 13 del Trattato di Lisbona (2007) dichiara gli animali “esseri senzienti” e che la dichiarazione di Cambridge (2012), firmata dai massimi scienziati al mondo, sostiene che "gli animali non umani hanno una coscienza".
Come non capire che ormai le pratiche venatorie sono obsolete e destinate a scomparire, viste come barbare e inaccettabili da parte della sensibilità civile? 
Ci sono due possibilità: scegliere l'inerzia e agire di retroguardia, in attesa che le leggi Europee e Italiane proibiscano del tutto d’imbracciare le carabine per uccidere gli altri animali, oppure anticipare i tempi e farsi pionieri in questo inarrestabile cammino della civiltà, cominciando intanto a fermare la mattanza di queste volpi e dei loro cuccioli. Fareste solo un gesto umano e nobile, di maggior peso proprio in quanto - al momento - facoltativo e anticipatore rispetto a un cambiamento che è già avviato ed è ormai inarrestabile.  
Si accusano le volpi di essere in “soprannumero”. Ma le volpi non possono essere in soprannumero in un determinato territorio poiché sono animali solitari, non amano convivere e si spostano cercando spazi dove insediarsi senza concorrenza. Vivono soli sia i soggetti maschili sia quelli femminili, cercandosi solo nella stagione degli amori e frequentando eventuali fonti di cibo in orari diversi (fonte: Félix Rodrìguez de la Fuente). Come molti predatori dunque, il numero delle volpi è controllato dalla pressione sociale, dalle malattie, dalla disponibilità di cibo. La scienza insegna che ogni popolazione animale segue un accrescimento descritto come una curva sigmoide che una volta raggiunto un punto di massima capacità portante si stabilizza. In base a quale criterio scientifico si può parlare di “soprannumero di volpi” se la capacità portante non è ancora stata raggiunta, o se è stata raggiunta? Per essere seri e credibili bisognerebbe capire rispetto a cosa viene stabilito il sovrannumero. E se una popolazione animale cresce è proprio perché in un determinato territorio è aumentato il suo spazio biologico, è aumentata la sua possibilità di nutrimento. Questa si chiama “ecologia”!
E’ semmai la caccia a compromettere gli equilibri naturali ed ecologici, creando in modo innaturale territori di “ripopolamento” dove viene fatto aumentare a dismisura e forzatamente il numero di fagiani e lepri, e con essi semmai il numero dei loro predatori, per poi utilizzare il “sovrannumero” come argomento  per ottenere un lasciapassare per lo sterminio. Non c’è nulla di più innaturale di questo. Se si lasciasse fare alla natura, senza interferire, l’equilibrio ecologico verrebbe raggiunto senza spendere un Euro in armi e polvere da sparo!
Qual è poi il metodo di censimento delle volpi a cui si è ricorsi? Dagli studi fatti risulta impossibile contare le volpi in modo accurato se non con spese gigantesche, catture e uso di collari, ma vogliamo sperare che i soldi pubblici non vengano dilapidati a questi fini. Il metodo “economico” – che non ha nulla di accurato e di scientifico - consiste nel contare sia le tane, sia gli escrementi, sia le volpi stesse (come se fossero riconoscibili una per una!), rischiando di triplicare – come minimo -  il loro numero rispetto al reale, dato che escrementi e tana possono coincidere con una stessa volpe già contata, con l’aggravante che le volpi non sono facilmente riconoscibili l’una dall’altra.
Non ci bastano le occupazioni di suolo che abbiamo già realizzato? Vogliamo “controllare” e gestire in modo sconsiderato anche lo scarso territorio selvatico che ci è rimasto? 


Si accusano le volpi di causare ingenti danni all’agricoltura e alla fauna. Ma come vengono quantificati i danni causati dalle volpi? Con quale metodologia? Esiste un dettaglio dei presunti danni che potete esibire a giustificazione di questa carneficina? Tutti sanno che le volpi sono onnivore e che non mangiano lepri e fagiani se non in alcuni brevi periodi, mentre per il resto dell’anno si nutrono di frutta. 
Esiste - per esempio - uno studio dell’Università di Trieste dal quale emerge che la Volpe non influenza le dinamiche di popolazione della Lepre (vedi Craighero T., 2007. Studio delle relazioni tra le dinamiche di popolazione di Volpe (Vulpes vulpes) e Lepre (Lepus europaeus) nell’ambito dellagestione venatoria in Friuli Venezia Giulia. Università degli Studi di Trieste). Piuttosto: la dieta estremamente flessibile della volpe prevede la un suo utile contributo nel mantenimento degli equilibri di altre specie come invertebrati (insetti, lombrichi), anfibi, rettili, topi, uccelli. Una drastica riduzione delle volpi significa spesso sbilanciare la presenza di altre specie, con effetti sicuramente dannosi a livello di ecosistema.

Gli animali umani sono oggi sette miliardi e saranno dieci miliardi tra breve. Qual è la specie davvero invasiva nel territorio? Non certo le volpi.

Ma oggi potete ancora decidere da che parte volete stare. E’ sempre più evidente che la lobby dei cacciatori, il cui numero si sta restringendo e la cui età media è in costante aumento, sta facendo pressione per ottenere gli ultimi spazi per esercitare la sua azione violenta e sanguinaria, irrispettosa dei rapporti ecologici naturali. Per fortuna i giovani hanno ripugno per queste pratiche violente, e aumenta con la cultura e la civiltà, il numero delle persone contrarie alla caccia. Crescono gli animalisti, i vegetariani, i vegani e sempre più persone ammettono che non esiste alcun diritto dell’Uomo di fare strage di altri animali e di interferire così pesantemente nell’equilibrio ecologico naturale. E la vostra scelta sta, paradossalmento,allargando la campagna animalista e la sta nutrendo: messaggi come quello che vi stiamo scrivendo e che circolerà rapidamente in tutto il web, attirerà sempre più simpatie e attenzioni rispetto alla vostra decisione così disturbante e anacronistica.
Per le ragioni di cui sopra vi chiediamo di sospendere l’avvio della caccia alla volpe in tana previsto per il 1mo di Aprile 2013.
Troviamo incivile far passare l’idea che uccidere un vivente sia non solo normale ma addirittura “consigliabile”. Potete ancora opporvi allo sterminio di animali inermi mediante l’utilizzo di armi e polvere da sparo, non solo per sensibilità verso gli animalima anche e soprattutto perché l’utilizzo di armi fa smpre emergere la parte brutale e feroce dell’essere umano.

martedì 26 marzo 2013

PROGETTO DI LEGGE TRUFFA IN EMILIA ROMAGNA partita per vietare la catena, finisce con l’impallinare i colombi


Riportiamo il comunicato stampa di Animal Liberation


La Regione Emilia Romagna si appresta ad emanare una legge che era partita per vietare di tenere i cani alla catena (molti di voi sapranno che un animalista di Ravenna, Davide Battistini, ha condotto uno sciopero della fame per questo) e che invece ha  finito per estendere la possibilità di sparare ai colombi.
Il testo è stato discusso nell’ambito della IV Commissione Consiliare, che aveva indetto anche un’audizione pubblica alla quale avevamo partecipato anche noi di Animal Liberation portando contributi importanti: abbiamo introdotto il tema dei requisiti minimi da osservare nella custodia privata dei cani, che oggi vede un totale vuoto legislativo, non essendo normata né da leggi o altre norme nazionali, né regionali. 
Vietando la catena è inderogabile prescrivere condizioni minime per la detenzione privata dei cani.
Abbiamo suggerito un emendamento specifico contenente requisiti standard minimi da osservare nella detenzione privata dei cani.Martedi scorso, l’ultima, decisiva, riunione della Commissione: stando al comunicato stampa diffuso dalla Regione, pareva che tutto fosse volto al meglio e che il testo licenziato dalla Commissione per essere inviato all’assemblea del Consiglio Regionale per la votazione avesse recepito le nostre richieste, invece adesso abbiamo potuto leggere il testo del progetto di legge approvato in Commissione e abbiamo visto comparire a sorpresa un articolo riguardante l’abbattimento di colombi nel pdl che invece avrebbe dovuto riguardare la catena dei cani.In sintesi:  

-          dopo l’udienza conoscitiva, viene introdotto nel testo del p.d.l. surrettiziamente, cioè con taciuta intenzione, nel p.d.l. che era intitolato a modifiche della Legge regionale sul Benessere Animale, un articolo 8 che riguarda modifiche alla legge regionale sulla caccia;

-          se approvato, questo testo introduce la possibilità preventiva di uccidere i colombi, mentre le norme vigenti lo consentono solo a danni avvenuti e certificati e solo dopo che si sia  proceduto con i metodi ecologici, se l' ISPRA ex INFS ne verifica l’ inefficacia;

-          se passa l’emendamento in questione, la legge regionale sulla caccia, (L.R. (8/1994) modificata da questa legge in via di emanazione, darà la possibilità ai Comuni di procedere all'abbattimento dei colombi, mentre ora non lo prevede (v. esito vittorioso ricorsi al TAR già citati);


Questo per ciò che riguarda i colombi.

Anche per ciò che riguarda l’uso della catena ci sono amare sorprese perché vengono introdotte nel testo del pdl importanti deroghe: deroghe per un tempo indeterminato per ragioni di salute certificate dal medico veterinario privato e una ulteriore deroga, stavolta però temporanea, per ragioni di sicurezza (sic!).
Noi temiamo che le due deroghe succitate vanifichino in pratica il divieto.Basti pensare che, a quel che so, neppure una guardia zoofila ha diritto di esigere da un privato detentore di cani l’esibizione di qualsivoglia documento, quindi neppure l’eventuale certificazione veterinaria.
Pare che la deroga sanitaria sia stata  motivata dal consigliere proponente con l’esempio della necessità di contenere un cane col bacino fratturato e che gli altri consiglieri, non essendo veterinari, l’abbiano accolta.
Ciò ci sgomenta: con quale conoscenza e competenza i consiglieri regionali propongono e votano le leggi ?
Tra un mese circa potremo avere il verbale dettagliato della discussione e potremo capire: cosa è successo in questa misteriosa commissione ?

Il progetto di legge andrà in Consiglio Regionale per la votazione fra pochissimi giorni, cioè martedi 26 c.m., praticamente di corsa, tempistica assai rara, tipica di quando si vuol far passare qualcosa evitando il più possibile un confronto democratico.

Invitiamo tutte le persone interessate a venire con noi per cercare di bloccare questa legge truffa:ritroviamoci per difendere cani e colombimartedi 26 marzo alle ore 10 in via Aldo Moro 50, sede della Regione, dove si terrà il Consiglio Regionale

La presidente di Animal Liberation,
Lilia Casali

e-mail: presidente@animalliberation.it

lunedì 25 marzo 2013

ANIMAL EQUALITY ITALIA - SALVA UN AGNELLO.COM

IL POST DI OGGI E' PARTICOLARMENTE IMPORTANTE!

Con una anticipazione all'edizione serale del TG1 (servizio che potete vedere cliccando qui), sabato mattina alle ore 10 l'associazione animalista ANIMAL EQUALITY ITALIA  ha reso pubblica l'investigazione che ha fatto negli allevamenti e nei macelli di ovini.  

Cliccando qui potrete vedere un estratto del video che testimonia quanto documentato dall'associazione!

Il prof. Marchesini ha partecipato con una sua dichiarazione ufficiale che potete leggere qui

Diffondete la notizia, affichè chi crede ancora che senza agnello non sia una Pasqua degna di questo nome, possa ricredersi!!!


venerdì 22 marzo 2013

Abolizione della catena per i cani: primo sì al progetto di legge


E’ passato solo poco più di un mese da quell’importante 12 febbraio, giorno in cui la Regione Emilia Romagna si è formalmente impegnata per promulgare una legge per vietare di tenere i cani legati alla catena. Tutto era iniziato il primo gennaio con il coraggioso sciopero della fame di Davide Battistini.
L’attivista ravennate, con il suo digiuno durato ben 43 giorni, ha sollevato un dibattito e fatto riflettere molte persone su quanto possa essere angosciosa, per un cane, una vita in questo stato.
Sin dall’inizio abbiamo sempre sostenuto l’iniziativa di Davide e tutt’ora seguiamo l’iter del progetto di legge, che modificherà l’attuale legge regionale sul benessere animale (5/2005), con la speranza che a breve l’Emilia Romagna diventi veramente la prima regione in Italia ad abolire questa pratica e ciò funga da esempio alle altre regioni. E’ molto importante in questo momento seguire l’avanzamento dei lavori, infatti nonostante l’impegno formale della Regione, può sussistere la possibilità che la legge definitiva non corrisponda alle nostre aspettative.
Il 19 marzo la Commissione Politiche per la Salute e Politiche Sociali della Regione Emilia Romagna si è nuovamente riunita per discutere ed ha licenziato il testo che ora approderà all’esame dell’Assemblea legislativa.
Infine vi sarà nei prossimi mesi una fase deliberativa, che spetta al Consiglio Regionale dove la legge verrà votata e infine promulgata dal Presidente della Giunta Regionale e pubblicata sul Bollettino Ufficiale.
I resoconti delle varie sedute della Commissione Politiche per la Salute e Politiche Sociali sono qui di seguito disponibili e riguardano non solo la detenzione dei cani alla catena ma anche altri emendamenti presentati da alcuni consiglieri riguardanti ad esempio la promozione della pet-therapy.
▸ 12 FEBBRAIO  ▸ 26 FEBBRAIO  ▸ 5 MARZO  ▸ 19 MARZO
Siamo solo ai primi passi quindi per ora è azzardato giudicare tutti gli emendamenti proposti dai vari consiglieri.
Comunuque occorrerà sicuramente maggior chiarezza su questi aspetti:
  • l’uso della catena sarà consentito esclusivamente in casi contingenti, molto limitati e per tempi ristretti, legati al tema della sicurezza e in particolari situazioni di carattere sanitario.
Questo punto per ora è molto vago. D’altronde è innegabile che la realizzazione di un recinto potrebbe tranquillamente sostituire in toto l’uso della catena che potrebbe dunque essere abolita per sempre.
Limitati casi particolari, dovrebbero essere poi valutati direttamente con le associazioni animaliste, per evitare ciò che più di tutto temiamo delle deroghe, che diventino la normalità in cui far rientrare non solo eccezzionali situazioni, ma la maggior parte di esse.
  • la proroga di sei mesi per adeguamento e rimozione della catena
Su questo aspetto si è espresso in maniera chiaramente contraria anche Davide Battistini, affermando che il lasso di tempo concesso per adeguarsi è inspiegabilmente troppo lungo. Certo immedesimandosi nei panni dei tanti cani costretti alla catena, altri sei mesi non possono che apparire lunghissimi.
E’ necessario inoltre aprire una parentesi importante: va chiarito come la realizzazione di un recinto non corrisponda necessariamente alla soluzione di tutti i problemi.
Il cane è un animale sociale per cui è fondamentale l’appartenenza stretta ad un branco che al giorno d’oggi è rappresentato dalla famiglia umana che lo tiene con sé. L’isolamento perenne in un recinto, la mancanza anche di semplici passeggiate e la sua riduzione a mero strumento di allarme sono aspetti però che anche volendo difficilmente una legge può immediatamente scalfire, sia per la difficoltà nei controlli ma soprattutto perchè appartengono alla sfera privata e culturale delle persone. Se quindi non possiamo certo pretendere che una nuova legge contribuisca da subito ad un cambiamento etico nelle coscienze individuali, perlomeno dobbiamo esigere che essa tenga in massima considerazione le esigenze etologiche dei cani e che sia presentata con una stesura chiara, facilmente interpretabile e senza punti ambigui.
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Fonte: Quotidiano E-R

giovedì 21 marzo 2013

SALVIAMO I 32 BEAGLE DENTRO GLAXO/APTUIT A VERONA!

La scorsa settimana 32 beagle sono stati recapitati ai laboratori
Glaxo/Aptuit di Verona. 




Si tratta di 32 cani provenienti dagli Stati
Uniti, finiti in uno dei principali laboratori di ricerca su animali in Italia.
Dopo lo svuotamento di Green Hill il futuro della vivisezione sui cani in
Italia passa dalle importazioni. Importazioni che però con grande terrore
dei vivisettori vengono monitorate con attenzione. Quello che prima
potevano fare in silenzio adesso passa sotto i riflettori nostri e dei
media, porta attenzione sui laboratori e le loro pratiche.
Questo è un cambiamento epocale e dobbiamo mantenere alta l'attenzione.

Da oggi comincia un presidio continuo dell'associazione Freccia 45, dalla
mattina alla sera, davanti ai cancelli della Glaxo/Aptuit.

La protesta è in Via Fleming, Verona.
C'è bisogno anche della tua presenza!

-> Mercoledi 20 marzo, dalle 9,00 alle 23,00
-> Giovedi 21 marzo, dalle 9,00 alle 23,00
-> Venerdi 22 marzo, dalle 9,00 alle 23,00
-> Sabato 23 marzo, dalle 9,00 alle 23,00.



Se non puoi partecipare fisicamente aiutaci a far firmare da quante più
persone possibili la petizione online:
https://www.change.org/it/petizioni/stop-vivisezione-liberate-i-32-beagle

Da questa petizione arrivano mail a Glaxo, Aptuit e al Ministero della
salute.
E' ora di fermare la tortura degli animali e far capire che la
mobilitazone non si ferma e non si fermerà!

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Ricordiamo che sabato 20 aprile si terrà a Milano un corteo per "Abbattere
i muri di silenzio" che nascondono i laboratori di vivisezione.
Solo in questo modo potremo sconfiggere questo sistema che per troppi anni
ha lavorato nel segreto e ha tenuto le perosne all'oscuro di quanto accade
agli animali vittime della scienza.

Appuntamento SABATO 20 APRILE - ore 14.00 - Piazzale Duca D'Aosta, Milano

Evento fb: http://www.facebook.com/events/590679750962060/

mercoledì 20 marzo 2013

L'incredibile diffida del circo Errani


“Incredibile”, la LAV commenta così la diffida del legale dei  responsabili del circo Errani che solo ora sembrano essere venuti al corrente di un comunicato stampa, corredato da un video tuttora disponibile su YouTube, in cui si denunciava la detenzione a catena degli elefanti del circo Errani presso il Kerst Circus Ahoy a Rotterdam in Olanda, risalente a dicembre del 2010.
Il video, frutto del paziente lavoro di volontari che avevano documentato come venivano detenuti gli elefanti di tre circhi, di cui proprio due italiani, sotto i tendoni e al riparo da occhi indiscreti, era stato trasmesso alla LAV dall'Associazione tedesca “European Elephant Group, Elefanten-Schutz Europa e.V.”.
Le riprese non si erano limitate a pochi attimi bensì a lunghi periodi e avevano documentato una situazione di indicibile stress e sofferenza da parte degli animali immobilizzati al suolo con ben due catene.
“Guardare delle immagini in cui un animale si allunga nel disperato tentativo di staccarsi dalla catena che lo immobilizza al suolo, mentre gli altri dondolano ossessivamente poiché è l'unico movimento che riescono a compiere, non può lasciare indifferenti – commenta Nadia Masutti, responsabile LAV settore Circhi e zoo -Nella diffida viene chiesto di rimuovere dal sito tutto quanto pubblicato in merito agli accadimenti in quanto ritenuto a carattere diffamatorio  dato che nessun procedimento penale pende a carico del circo in questione. Al di là del precisare che le autorità olandesi si sono trovate in grande difficoltà sul come procedere nel caso in questione, in considerazione del fatto che non vige legislazione in merito poiché non vi sono elefanti tenuti in cattività in strutture circensi, e quindi non vi era alcuno strumento normativo atto  a sanzionare l'accaduto, è bene evidenziare che la LAV non ha minimamente fatto cenno a procedimenti penali nei confronti del circo Errani. Per questo motivo appare infondata ogni pretestuosa presunzione di diffamazione. Ciò che più preme mettere in rilievo – prosegue Nadia Masutti - sono alcuni contenuti espressi nella diffida ricevuta, come ad esempio l'affermazione che l'utilizzo delle catene era da considerarsi temporaneo, sottolineando che tale pratica è consigliata sotto il profilo veterinario ed etologico in particolari momenti della giornata, come durante la pulizia o le cure veterinarie, così come specificato dalla commissione scientifica Cites nei criteri di detenzione degli animali nei circhi e nelle mostre viaggianti. In effetti sono gli unici momenti in cui la commissione Cites permette l'utilizzo delle catene, che in ogni altro caso considera assolutamente vietate, ma basta guardare il  filmato, ricordando inoltre che le  investigazioni non si riferivano di certo ad un breve lasso di tempo, per dissipare ogni dubbio sul fatto che gli elefanti fossero incatenati per un tempo “ridotto”: animali abituati ad essere messi a catena per periodi limitati, infatti, sarebbero stati tranquilli, e consapevoli della condizione temporanea, non avrebbero mai sviluppato atteggiamenti di così palese disperazione”.
"Ci rende perplessi inoltre che i criteri stabiliti dalla commissione Cites, prima invocati, siano poi rimessi in discussione e declassati a semplici indicazioni prive di forza di legge. Non sembra a questo punto superfluo ricordare  che i criteri promossi dalla Convenzione sono criterio di riferimento per valutazioni anche riguardanti il rilievo penale delle modalità di detenzione degli animali, come chiarito dalla Suprema Corte di cassazione con sentenza n.11606 del 26 marzo 2012. La loro detrazione può fungere quindi unicamente da alibi per poterli eludere”.
“Infine – conclude Nadia Masutti - risultano quanto mai offensive le considerazioni di chiusura contenute nella diffida, pur rientrando le stesse in uno scenario ripetitivo di matrice circense a cui ci si è stancamente abituati, e che riguardano una pretestuosa propaganda ideologica, accomunata ad una sostanziale insipienza di carattere scientifico. È bene ricordare che le associazioni animaliste non sono formate da sciocchi esaltati ma da persone preparate nell'ambito in cui operano e con conoscenze specifiche. Fare affermazioni di questo tipo può fare incorrere gli autori in precise responsabilità. Chiaramente il materiale non sarà tolto dal sito della LAV:  la verità non si nasconde, seppur documentata all’estero”.
Per approfondimenti: Circhi

Da: LAV

martedì 19 marzo 2013

PARLIAMO DI DECRESCITA (TREVISO 24 MARZO)



Segnaliamo questo interessante incontro in programma a Treviso domenica 24 marzo alle 18


incontro con: Bruna Bianchi, Paolo Cacciari, Adriano Fragano, Paolo Scroccaro


Durante la serata verrà presentato
il libro: Immaginare la società della decrescita
Terra Nuova Edizioni

Cos’è la Decrescita? Decrescita e Femminismo, Beni Comuni, Antispecismo, Ecologia profonda
Domenica 24 marzo 2013, ore 18
Presso la Casa dei Beni Comuni
Via Zermanese, 4 – Treviso

lunedì 18 marzo 2013

10 leggi per gli animali: firma anche tu la petizione!


Dal portale LAV

Riconoscere e rafforzare la tutela degli animali  nella Costituzione, nel Codice Penale e Civile: sono queste le principali richieste della petizione che sarà possibile firmare presso i tavoli della LAV in centinaia di piazze italianesabato 16 e domenica 17 marzo, nel fine settimana successivo (23-24 marzo), e on line su http://www.lav.it/.
Dieci le nuove Leggi che la LAV e la Federazione italiana associazioni Diritti animali e Ambiente chiedono al nuovo Parlamento e al nuovo Governo di emanare e un primo pacchetto di Proposte di Legge su molti di questi temi (vivisezione, allevamenti per le pellicce, randagismo, tutela degli equidi, opzione veg nelle mense) sarà presentato già domani in occasione della seduta inaugurale di Camera e Senato:
1. il riconoscimento nella Costituzione del principio della tutela dell’ambiente e del valore del rispetto degli animali
2. la modifica del Codice civile che riconosca gli animali come esseri senzienti
3. il rafforzamento nel Codice penale delle previsioni contro i reati a danno degli animali
4. lo stop alla vivisezione e il sostegno ai metodi sostitutivi di ricerca
5. il contrasto all’abbandono e al randagismo anche attraverso misure per facilitare la vita con gli animali domestici
6. la disincentivazione degli allevamenti, l’obbligo di stordimento prima della macellazione
7. la promozione di scelte alimentari senza prodotti di origine animale
8. il rafforzamento della protezione degli animali selvatici in natura, le aree protette, lo stop alla caccia
9. il divieto di allevamento di animali per pellicce e di uso di animali per feste e palii
10. la trasformazione di zoo, acquari e delfinari in centri di recupero degli animali sequestrati e maltrattati, il divieto d’uso degli animali nei circhi e il sostegno agli spettacoli circensi umani
“I nuovi parlamentari e i membri del Governo saranno chiamati a prendere decisioni sulla vita o sulla morte di milioni e milioni di animali, perché gli animali sono coinvolti nella vita di tutti i giorni, con le scelte che ognuno fa in qualunque posizione geografica, professionale, istituzionale, si trovi - dichiara Gianluca Felicetti, presidente LAV - Queste prime proposte di legge che saranno presentate venerdì sono un primo immediato risultato, il segno della nostra capacità di portare all'attenzione del Parlamento e del Governo le tante istanze per i diritti degli animali: ogni firma in più raccolta, ci auguriamo più di 100 mila entro tre mesi, sarà preziosa per aiutare la necessaria trasformazione di queste proposte in leggi". 
“La precedente Legislatura ha visto l’ottenimento di alcuni importanti risultati, dal diritto al soccorso stradale per gli animali al riconoscimento del loro diritto di vivere nei condomini, all’istituzione del reato di traffico di cuccioli, in un quadro macchiato però dal rinvio dell’articolo 14 contro la vivisezione nella Legge Comunitaria, blocco operato da una inetta Commissione Affari europei del Senato – prosegue Felicetti – Ai Presidenti del Consiglio dei Ministri, del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, chiediamo di impegnarsi concretamente per realizzare quel cambiamento che sempre più cittadini auspicano, per una reale tutela degli animali e dei loro diritti”.
Sabato 16 e domenica 17 marzo e nel fine settimana successivo del 23-24 marzo, vi aspettiamo presso i tavoli LAV per firmare la petizione che potrà garantire maggiori tutele agli animali: per trovare il tavolo LAV più vicino, consulta la lista piazze  o telefona allo 06 4461325.
Puoi sostenere la nostra battaglia anche scegliendo le uova di Pasqua della LAV, in buonissimo cioccolato fondente del commercio equo e solidale: un dono generoso per amici e parenti e per gli animali che in questo modo ci aiuterai a salvare.

venerdì 15 marzo 2013

Evento mondiale 269Life.com (21 marzo): un dialogo con Carolina Bertolaso

Intervista a cura di Paola Sobbrio apparsa sul blog Asinus Novus - Antispecismo e filosofia 


Il 21 Marzo  in tutto il mondo avrá luogo una manifestazione per la liberazione animale che prevede di tatuarsi in modo permanente o marcarsi a fuoco il numero 269, numero del marchio auricolare di un vitello vittima dell’industria dei latticini che è stato scelto casualmente per diventare il simbolo di tutti gli animali vittime del dominio umano. La manifestazione ha come motto  “Siamo tutti 269” e si propone di rendere visibile l’invisibilità dello sfruttamento animale. Per capire meglio come è nata questa manifestazione, come è stata organizzata e quali sono gli obiettivi che si propone ho intervistato la sua ideatrice, Carolina Bertolaso, italiana ma che vive e studia a Valencia,   da piú di quattro anni attivista del movimento antispecista.
Dove nasce il movimento 269life?
Il movimento 269life nasce pochi mesi fa in Israele, nella cittá di Tel Aviv, dove tre attivisti si fecero tatuare a fuoco vivo sulla pubblica via il numero 269 con l’intento di porre l’attenzione sullo sfruttamento degli animali non umani e sulla necessità della loro liberazione. In pochi giorni il video fece il giro del mondo e ricevette migliaia di visite su youtube, provocando ammirazione e scandalo, ma soprattutto provocando tra le persone appartenenti al movimento antispecista un sentimento di solidarietà che fece si che in poco tempo il numero 269 si sia convertito spontaneamente in un vero e proprio simbolo del movimento per la liberazione animale.
Come mai si è scelto di ricorrere ad un gesto così forte?
L’obiettivo della marchiatura a fuoco è quello di generare coscienza sulla sofferenza di esseri che sono capaci di sentire e di soffrire esattamente come noi, provocare un sentimento di empatia nei loro confronti e fare in modo che le persone aprano gli occhi  su una questione che normalmente tende a rimanere nascosta dietro le pareti degli allevamenti, dei mattatoi, dei laboratori di sperimentazione animale. La realtà di milioni di individui, esseri senzienti, che vivono la più misera delle vite per soddisfare le esigenze della società umana. Sono cosciente che questo tipo di azione possa risultare sgradevole da vedere, ma credo che la verità debba essere mostrata. E questa è la verità… nei centri di sfruttamento animale, questi individui vengono marchiati a fuoco, scornati, castrati senza anestesia, vivisezionati  tutti i giorni, e questa è la realtà.   Il fatto che questo avvenga lontano dai nostri occhi, non significa che non succeda… il mio appello per tutti coloro che credono che questa azione sia troppo forte e per questo la criticano, è di pensare che quando qualcosa non ci piace, la soluzione non è rifiutare che esista, ma cambiarla.

Esiste un nesso tra il movimento 269 ed il concetto di schiavitù?
Si, certamente. Il simbolo del marchio a fuoco vuole rappresentare il chiaro legame che esiste fra il trattamento che fino a poche decine di anni fa veniva riservato agli schiavi neri ed il trattamento a cui vengono sottomessi gli animali nella nostra società.
Esiste difatti uno stretto parallelismo tra il razzismo, ovvero la discriminazione arbitraria di altri individui per il solo fatto di appartenere ad una razza differente, e lo specismo: la discriminazione arbitraria di altri individui per il solo fatto di appartenere ad una specie differente. Oggigiorno esercitiamo un dominio assoluto sul resto degli animali sulla base dello stesso principio che giustificava la schiavitù umana, principio secondo il quale essi sono, semplicemente, intellettualmente inferiori.
Sulla base di questa superiorità intellettuale ci arroghiamo il diritto di sfruttare, utilizzare e trattare come oggetti milioni di individui, quando la nostra straordinaria capacità mentale dovrebbe essere invece ciò che ci impone il dovere morale di avere cura di coloro che sono più deboli rispetto a noi.
Tu come hai pensato di organizzare questa manifestazione?
Da diversi mesi pensavo di voler  fare qualcosa cercare di rafforzare l’unione del movimento antispecista al di là dell’appartenenza ad organizzazioni  diverse. Pensavo che gli antispecisti dovessero dare un segnale unitario per il raggiungimento del nostro unico obiettivo che è la liberazione animale. Ho contattato Alexander Bojoor, colui che ha organizzato il primo video in Israele e gli ho proposto il mio progetto di organizzare una manifestazione mondiale che unisse tutti gli antispecisti del mondo e che potesse dare un segnale importante della nostra presenza, del nostro attivismo e soprattutto del fatto che tra noi non esistono divisioni ma un unico grande fine, liberare gli animali dall’oppressione e dalla schiavitù a cui sono sottomessi.
In due settimane ho mandato più di duemila messaggi e- mail a tutti i contatti del mondo antispecista che conoscevo e che cercavo sulle reti sociali, spiegando loro il mio progetto. Dal giorno in cui tutto questo è iniziato sono passati due mesi, e ad oggi abbiamo registrato l’adesione di migliaia di attivisti in 15 paesi e decine di città tra cui Milano, Valencia, Montpellier, Francoforte, Amburgo Copenaghen, Praga, New York, Rio de Janeiro, Budapest, Atene, Buenos Aires, Lisbona, Porto, San Pietroburgo, Johannesburg…
Cosa ne pensi della spaccatura nel mondo antispecista e associazionista nel mondo?
Penso sia un’occasione sprecata ed è per questo che ho organizzato questa manifestazione. Il nostro obiettivo deve essere sempre presente quando ci attiviamo e dovremmo per questo superare divisioni ed incomprensioni dedicandoci invece alla costruzione di un’informazione sempre più chiara, efficace ed unica verso chi ancora non conosce  in cosa consiste lo sfruttamento e la schiavitù animale. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo essere tolleranti ed accoglienti e capire che ogni persona, ancora non vegana, che vuole cambiare deve essere accompagnata nel processo di cambiamento considerando che questo potrà essere graduale. Ogni passo è utile e deve essere sostenuto per giungere alla liberazione animale.
In quest’ottica quale azione secondo te è più efficace per rendere le persone consapevoli?
Dalla mia esperienza come attivista di strada e grazie ai miei studi in psicologia ho appreso  che per essere un attivista efficace, esistono alcune cose da tenere in  conto, e che sono fondamentali se il nostro proposito è promuovere un cambio sociale. Bisogna sempre capire chi abbiamo di fronte e modulare l’informazione, che deve essere sempre chiara, precisa e fondata su un nostro studio personale approfondito. Questo è molto importante ai fini dell’efficacia della trasmissione del nostro messaggio. Dobbiamo, inoltre, essere consapevoli, che le persone sono resistenti ai cambiamenti e che, ribadisco, ogni cambiamento nella direzione desiderata deve essere accolto con favore. Siamo intrisi di abitudini e condizionamenti culturali tali che  a volte sembra che il cambiamento sia qualcosa di impossibile, ma l’esperienza mi insegna che non è così. Tutti possono cambiare idea. Il compito di un buon attivista dovrebbe essere quello di favorire un’informazione scientificamente valida, e trovare il modo di fare perno sulla naturale empatia che è in ognuno di noi e che nasce con noi per poi venire soffocata, spesso, durante la crescita. Inoltre, credo che un buon attivista dovrebbe dedicare tanto tempo a spronare le persone a scegliere il cammino del veganismo, quanto a spiegare loro come farlo. Quando ci predisponiamo di creare un cambiamento, offrire sempre un’alternativa di facile accesso è di fondamentale importanza.
Quest’evento sarà ricordato nella storia della liberazione animale, sei soddisfatta di esserti imbarcata da sola nell’organizzazione di una cosa tanto grande?
Se ti dico la veritá, quando ho cominciato tutto questo, non avevo idea di ciò in cui mi stavo imbarcando. Sicuramente è stata l’incoscienza a farmelo fare e la mia ferrea e ferma volontà di fare qualcosa di efficace per la liberazione animale. Adesso sono davvero stanca, ma contenta. Spero che il mio sforzo sia ripagato con una maggiore consapevolezza sul tema dello sfruttamento animale, e con una maggiore unione da parte di tutti coloro che, come me, sognano un mondo in cui i valori universali di giustizia ed uguaglianza siano una realtà. Per quanto mi riguarda, sola o accompagnata, io non smetterò mai di lottare. Fino all’ultima gabbia vuota.

giovedì 14 marzo 2013

PETIZIONE: FERMIAMO IL PROGETTO DI UN ALLEVAMENTO DI VISONI AD ANTEGNATE (BG)


Il Comune di Antegnate (BG)  ha ricevuto una istanza per l’avvio di un nuovo allevamento di visoni. L’allevamento prevede inizialmente la presenza di 250 fattrici e con le nascite che dovrebbero arrivare a maggio avrà più di 1.000 individui. Si tratta dell’ennesimo tentativo di far ripartire una pratica che invece dobbiamo fermare per sempre.
Il comune per ora ha sospeso la richiesta per “necessità di approfondimenti normativi, ma anche di carattere politico-sociale”.
 Nemesi Animale ed essereAnimali hanno contattato il Sindaco e il Comune di Antegnate invitando a visionare la nostra investigazione “Morire per una pelliccia” e a prendere una posizione etica. Il nostro invito è quello non solo di bocciare il progetto, ma anche di votare un’ordinanza di “divieto di allevamento animali da pelliccia” come quella del Comune di Noceto (PR), che serve simbolicamente come segnale di una volontà della gente rispetto a questo tema.
Scrivi anche tu al Sindaco e al Comune, dai voce ai visoni!
ALTRI DATI DAL SITOwww.visoniliberi.org
In Europa ci sono circa 6.000 allevamenti di animali da pelliccia. Viene qui prodotto il 63% delle pelli di visone e il 70% delle pelli di volpe commercializzate in tutto il mondo.
La Danimarca è il paese con la principale produzione di pelli di visone, con circa 17 milioni di visoni uccisi ogni anno fornisce il 28% della produzione mondiale. Gl altri principali produttori europei sono Olanda, Polonia e i paesi scandinavi. La Finlandia per esempio è il paese con più alta produzione di pelli di volpe e il principale fornitore di queste agli Stati Uniti.
La maggior parte della produzione di pelli europee sono destinate all’export verso Cina e Russia, da tempo diventati principali poli di lavorazione e di vendita dei prodotti in pelliccia.
DIVIETI DI ALLEVAMENTO:
Molti stati membri dell’Unione Europea hanno riconosciuto l’inerente crudeltà di allevare animali selvatici in gabbia e hanno cominciato a prendere provvedimenti per limitare o vietare questo tipo di allevamento:
- Austria, Regno Unito, Croazia e  Bosnia sono le prime nazioni europee che hanno stabilito un divieto totale di allevamento di animali per farne pellicce.
- Nel gennaio 2013 anche l’Olanda ha fatto seguito con un divieto che entrerà in vigore nel 2024. Da notare che l’Olanda è stata fino ad adesso il terzo più importante produttore di pelli di visone al mondo, con 5 milioni di pelli l’anno.
- Il 7 marzo 2013 anche la Slovenia ha vietato l’allevamento e la caccia di animali allo scopo di farne pellicce.
-In Germania una legislazione sul benessere animale entrata in vigore nel 2012 ha reso anti-economico allevare i visoni e sta portando alla chiusura di tutti gli allevamenti.
-In Danimarca, il principale paese produttore di pelli di visone al mondo, è stato vietato nel 2009 l’allevamento di volpi per motivazioni etiche. Agli allevatori sono stati lasciati 6 anni per chiudere.
-Nel 1995 la Svezia ha imposto restrizioni e condizioni anti-economiche per l’allevamento di volpi, di fatto portando nel 2000 la chiusura di tutti gli allevamenti rimasti. Sono ancora presenti circa 70 allevamenti di visoni.
-In Svizzera le leggi sul benessere degli animali da pelliccia sono talmente restrittive che non esiste alcun allevamento.
-In tutta l’Unione Europea è vietata la commercializzazione di pellicce di cane e di gatto
-In tutta l’Unione Europea è vietata l”importazione e la commercializzazione di pellicce di foca
Speriamo di poter aggiungere il prima possibile l’Italia tra i paesi che hanno deciso di abolire l’allevamento di animali da pelliccia!
Sarà uno stimolo per  un cambiamento legislativo in tutta l’Unione Europea.

Aiutaci in questa campagna!