Cesio 137 nei cinghiali della
Valsesia, in provincia di Vercelli, ben oltre la soglia prevista dai
regolamenti in caso di incidente nucleare. Rilevato in alcuni campioni
che erano stati prelevati per una indagine su malattie parassitarie, i
ministeri della Salute e dell'Ambiente hanno subito attivato i
carabinieri del Nas e del Noe, mentre la Regione Piemonte ha disposto
ulteriori approfondimenti ambientali e sugli animali. Una prima riunione
d'emergenza, per coordinare le attività, è in programma a Torino.
A far scattare l'allarme il test di screening per la ricerca del Cesio
137 previsto da una Raccomandazione della Commissione Europea su alcuni
capi abbattuti nel comprensorio alpino Valsesia tra il 2012 e il 2013. I
risultati hanno evidenziato la presenza di un numero consistente di
campioni con livelli di Cesio 137 superiori a 600 Bq/Kg (Becquerel per
Kilo, unità di misura per il cesio 137). Quanto basta per attivare la
procedura d'emergenza, che oltre a nuovi prelievi e campionamenti
prevede tra l'altro il monitoraggio dell'area per tentare di individuare
la fonte dell'inquinamento.
"Il cesio 137 è un radionuclide artificiale prodotto dalla fissione
nucleare. Viene rilasciato da siti nucleari", spiega la responsabile
dell'Istituto di Radioprotezione dell'Enea, Elena Fantuzzi. Le ipotesi
più immediate sono quelle secondo cui potrebbe essere stato rilasciato
in seguito all'incidente nella centrale nucleare di Chernobyl del 1986,
come per altro sostiene anche Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta. Ma
bisogna considerare anche i siti nucleari nella zona, fra i quali la
centrale di Trino Vercellese smantellata nel 1987 e il sito sperimentale
dell'Enea, a Saluggia. E non è esclusa neppure la pista dei rifiuti
tossici.
"Tuttavia - rileva ancora l'esperta - è vero che la presenza del cesio
137 viene monitorata costantemente a livello nazionale e le quantità
rilevate sono inferiori ai valori soglia, che sono molto bassi. I valori
rilevati - aggiunge - non sono mai stati preoccupanti". Secondo
Fantuzzi, quindi, bisognerebbe considerare anche il metabolismo dei
cinghiali, capire se ha caratteristiche tali da favorire l'accumulo del
cesio 137 al di sopra dei limiti considerati sicuri.
Tutte ipotesi che al momento, comunque, devono trovare conferma. Ecco
perché l'assessore all'Ambiente della Regione Piemonte, Roberto Ravello,
invita ad evitare gli allarmismi.
"Aspettiamo - dice - di effettuare gli approfondimenti che stiamo predisponendo in queste ore".
Da Animali&Animali
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