mercoledì 20 marzo 2013

L'incredibile diffida del circo Errani


“Incredibile”, la LAV commenta così la diffida del legale dei  responsabili del circo Errani che solo ora sembrano essere venuti al corrente di un comunicato stampa, corredato da un video tuttora disponibile su YouTube, in cui si denunciava la detenzione a catena degli elefanti del circo Errani presso il Kerst Circus Ahoy a Rotterdam in Olanda, risalente a dicembre del 2010.
Il video, frutto del paziente lavoro di volontari che avevano documentato come venivano detenuti gli elefanti di tre circhi, di cui proprio due italiani, sotto i tendoni e al riparo da occhi indiscreti, era stato trasmesso alla LAV dall'Associazione tedesca “European Elephant Group, Elefanten-Schutz Europa e.V.”.
Le riprese non si erano limitate a pochi attimi bensì a lunghi periodi e avevano documentato una situazione di indicibile stress e sofferenza da parte degli animali immobilizzati al suolo con ben due catene.
“Guardare delle immagini in cui un animale si allunga nel disperato tentativo di staccarsi dalla catena che lo immobilizza al suolo, mentre gli altri dondolano ossessivamente poiché è l'unico movimento che riescono a compiere, non può lasciare indifferenti – commenta Nadia Masutti, responsabile LAV settore Circhi e zoo -Nella diffida viene chiesto di rimuovere dal sito tutto quanto pubblicato in merito agli accadimenti in quanto ritenuto a carattere diffamatorio  dato che nessun procedimento penale pende a carico del circo in questione. Al di là del precisare che le autorità olandesi si sono trovate in grande difficoltà sul come procedere nel caso in questione, in considerazione del fatto che non vige legislazione in merito poiché non vi sono elefanti tenuti in cattività in strutture circensi, e quindi non vi era alcuno strumento normativo atto  a sanzionare l'accaduto, è bene evidenziare che la LAV non ha minimamente fatto cenno a procedimenti penali nei confronti del circo Errani. Per questo motivo appare infondata ogni pretestuosa presunzione di diffamazione. Ciò che più preme mettere in rilievo – prosegue Nadia Masutti - sono alcuni contenuti espressi nella diffida ricevuta, come ad esempio l'affermazione che l'utilizzo delle catene era da considerarsi temporaneo, sottolineando che tale pratica è consigliata sotto il profilo veterinario ed etologico in particolari momenti della giornata, come durante la pulizia o le cure veterinarie, così come specificato dalla commissione scientifica Cites nei criteri di detenzione degli animali nei circhi e nelle mostre viaggianti. In effetti sono gli unici momenti in cui la commissione Cites permette l'utilizzo delle catene, che in ogni altro caso considera assolutamente vietate, ma basta guardare il  filmato, ricordando inoltre che le  investigazioni non si riferivano di certo ad un breve lasso di tempo, per dissipare ogni dubbio sul fatto che gli elefanti fossero incatenati per un tempo “ridotto”: animali abituati ad essere messi a catena per periodi limitati, infatti, sarebbero stati tranquilli, e consapevoli della condizione temporanea, non avrebbero mai sviluppato atteggiamenti di così palese disperazione”.
"Ci rende perplessi inoltre che i criteri stabiliti dalla commissione Cites, prima invocati, siano poi rimessi in discussione e declassati a semplici indicazioni prive di forza di legge. Non sembra a questo punto superfluo ricordare  che i criteri promossi dalla Convenzione sono criterio di riferimento per valutazioni anche riguardanti il rilievo penale delle modalità di detenzione degli animali, come chiarito dalla Suprema Corte di cassazione con sentenza n.11606 del 26 marzo 2012. La loro detrazione può fungere quindi unicamente da alibi per poterli eludere”.
“Infine – conclude Nadia Masutti - risultano quanto mai offensive le considerazioni di chiusura contenute nella diffida, pur rientrando le stesse in uno scenario ripetitivo di matrice circense a cui ci si è stancamente abituati, e che riguardano una pretestuosa propaganda ideologica, accomunata ad una sostanziale insipienza di carattere scientifico. È bene ricordare che le associazioni animaliste non sono formate da sciocchi esaltati ma da persone preparate nell'ambito in cui operano e con conoscenze specifiche. Fare affermazioni di questo tipo può fare incorrere gli autori in precise responsabilità. Chiaramente il materiale non sarà tolto dal sito della LAV:  la verità non si nasconde, seppur documentata all’estero”.
Per approfondimenti: Circhi

Da: LAV

Nessun commento:

Posta un commento